giovedì 20 marzo 2014

Storia della prima donna a correre nella maratona


 


 Kathrine Virginia Switzer da piccola, i suoi genitori pensavano che anche lei poteva partecipare alla maratona.
 Si allenò fino a partecipare ad andare alla maratona.
 Il problema era:il regolamento che prevedeva solo maschi.

La maratona, una delle competizioni più importanti e belle del mondo.
Oggi sembra normale che una donna possa correre una maratona, ma tempo fa non era così.
Roberta è stata la prima donna a correre nella maratona di Boston, lei si era infiltrata.
Kathrine Virginia Switzer però era riuscita ad entrare nella maratona con uno stratagemma, visto che era abituata a scrivere solo le iniziali i giudici non dubitarono che il nome significasse Kathrine Virginia .
Quando la riconobbero, i giudici,cercarono di fermarla ma Tom ,il suo ragazzo, placcò facendolo finire a gambe all'aria.
Così  passò alla storia.

Ora ha 64 anni è nata in Amburgo
 La vita con lei è stata fortunata ma in molti casi c'è l' opposta sorte








Kathrine switzer, una donna sportiva


Oggi sembra normale che le donne possano partecipare a qualunque gara sportiva, ma fino a cinquanta anni fa non
Servì molto lavoro e impegno fino a quando fu permesso alle femmine di partecipare per esempio alla Boston maraton .
Kathrine Switzer fu la prima donna a partecipare ufficialmente a questa gara

Questa è la sua storia

Sin da giovane era un tipo sportivo.
Già a 12 anni ,convinta da entrambi i genitori , iniziò a praticare hockey a prato e tutti i giorni correva per diversi chilometri perché il suo sogno era partecipare alla maratona di Boston.
Quando fu più grande il suo desiderio si avverò,e così ,insieme a suo marito ,si iscrisse con il nome di K.V.Switzer,e i giudici , non accorgendosi che era una donna la fecero partecipare.
Il giorno della gara il tempo fu pessimo ,ma Kathrine non si volle arrendere e così partì al fianco del suo marito e, quando il pubblico si accorse che una donna era riuscita a iscriversi alla maratona , si iniziarono a sentire urla di gioia .
Gran parte della gara erano senza problemi , ma appena il direttore della maratona si accorse di Kathrine
saltò dal pulman da dove seguiva la gara e provò a strapparle il numero di partenza .
Subito intervenì il suo marito e la donna riuscì a finire la maratona .


Kathrin Virginia ,un secondo posto ma una grande vittoria.

Kathrin Virginia Switzer (nata il 5 gennaio 1947 ad Amburgo in Germania) è stata la prima donna a iscriversi alla maratona di Boston nel 1967 scrivendo K.V. Switzer, così da non farsi scoprire, perché le donne non poteva partecipare.
Tagliò il traguardo con un tempo di 4 ore e 20 minuti ma purtroppo non vinse arrivando per seconda dopo Roberta che anche lei ,come Kathrin  si era presentata in forma anonima.
Durante la gara, gli organizzatori cercarono in tutti i modi di fermarla e strapparle il pettorale, ma con una forte determinazione e l'aiuto di qualche amico riuscì ad arrivare al traguardo, dimostrando a tutto il mondo che una donna poteva correre una maratona.
Anche grazie a questo atto coraggioso dal 1972, 5 anni dopo, la partecipazione femminile alle maratone è
ufficialmente ammessa.
Questa donna si è dimostrata molto coraggiosa e determinata ed ha aperto la strada a tutte le future maratonete.

La coraggiosa donna maratoneta

La maratona è una delle competizioni più famose al mondo.
Le donne, prima, non potevano partecipare a queste corse, perché pensavano che il loro fisico, non fosse adatto a percorrere 42 km della maratona.
La prima donna a partecipare fu Roberta Gibb, che nel 1966 si infiltrò nella gara perché gli organizzatori avevano rifiutato la richiesta d' iscrizione.
L' anno seguente un'altra donna partecipò alla maratona di Boston, essendo riuscita ad iscriversi. Si chiamava Kathrine Virginia Switzer. Era nata il 5 gennaio ad Amburgo (Germania) nel 1947.Era una reporter televisiva e maratoneta americana, meglio conosciuta come la prima donna a correre nella maratona di Boston. Riuscì ad iscriversi perché era abituata a firmare K.V. Switzer e così fece anche nel modulo d' iscrizione.Gli organizzatori non pensavano che fosse una donna così le assegnarono il numero 261.
Quando i giudici si accorsero che era una donna, uno di loro cercò di strapparle il numero dalla maglia e allontanarla dalla competizione.
A quel punto intervenne il fidanzato di Kathrine che allontanò il giudice con una spinta.

 Per noi la storia di Kathrine Virginia Swintzer è molto importante per il valore e il rispetto delle donne.
Ci é piaciuta molto perché è stata una donna molto coraggiosa.








La donna sportiva

Katrine Switzer è nata il 5 di gennaio nel 1947 in Amburgo, Germania. Era la seconda donna a partecipare alla maratona di Boston. Le donne non potevano partecipare alla maratona  ma lei lo fece. Per non farsi scoprire scrisse il suo nome così: K.V. Switzer. In quei tempi la maratona era la competizione più famosa al mondo Katrine Switzer era anche un reporter televisivo. Tagliò il traguardo in 4 ore e 20 minuti.


A me mi è piacuta molto questa storia.

La prima donna maratoneta

Kathrine Switzer é un'atleta statunitese ed é stata la seconda donna a correre la maratona di  Boston nel 1967 grazie ad uno stratagemma. E' nata il 5 gennaio 1947 ad  Amburgo, in Germania, é un'autrice,  reporter e maratoneta meglio conosciuta come la prima donna a correre in una maratona  scrivendosi. Ha rotto la barriera uomo/donna e ha aperto la strada per le donne alla maratona. Negli anni '60 le donne non erano ammesse alle maratone ; la sua partecipazione scatenò un autentico putiferio, una battaglia di spintoni . nessuna ragazza correva 3 miglia al giorno! Ma lei si .
 Kathrine Switzer si iscrisse alla maratona di Boston regolar mente .
Questa vicenda é diventata nota a livello mondiale perché uno dei giudici della gara quando si accorse che c'era una partecipante con il numero 261 e cercò di fermarla però il fidanzato di Kathrine e allontanò il giudice con una spinta .
Raggiunse un tempo di 4 ore e 20 minuti .
Però gli organizzatori considerarono irregolare la sua partecipazione.


Per noi la storia di Kathrine Switzer è molto bella , ci è piaciuta molto ed emozionato.

La prima maratoneta

Si potrebbe pensare che le donne hanno sempre partecipato alle maratone invece non è così, è stata una conquista degli anni '60 attuata attraverso due donne: Roberta "Bobbi" Gibb e Kathrine Virginia Switzer.
Nel 1966 Roberta decise di partecipare alla Maratona di Boston ma la domanda d' iscrizione le venne rifiutata. Lei  però partecipò ugualmente e fu molto contenta perché venne incoraggiata dal pubblico.
Un anno dopo nel 1967 Kathrine Virginia Switzer con uno stratagemma riuscì ad iscriversi e partecipare alla maratona di Boston . Lo stratagemma consistette nel fatto che si registrò soltanto con le iniziali del nome e il cognome, in questo modo non esprimeva il suo sesso. Quando si accorsero che era una donna non riuscirono a fermarla ed in quattro ore e venti minuti ultimò la maratona. Nel 1974 vinse la divisione femminile della maratona di New York con un tempo di tre ore, sette minuti e ventinove secondi. Il suo migliore tempo fu due ore, cinquantuno minuti e trentasette secondi nella maratona di Boston. E' stata nominata miglior corridore femminile del decennio1967-1977.
 Kathrine Virginia Switzer è nata  il 5 gennaio del 1947 ad Amburgo in Germania.
E' un'autrice, reporter televisivo e maratoneta americana, meglio conosciuta come la prima donna a correre la maratona di Boston.

Il nero campione dei pesi medi

Leone Jacovacci fu un grande pugile italiano dei pesi medi. Nacque in Congo da padre italiano  e madre congolese. Il padre portò Leone Jacovacci in Italia dai nonni Viterbesi. A causa del razzismo si imbarcò per andare in Inghilterra dove entrò nell' esercito. I militari videro il suo grande fisico e gli proposero di diventare  un pugile.Nel 1921 dopo numerosi successi tornò in Italia per affrontare il campione dei pesi medi, Bruno Frattini. Sarebbe stato vincitore, ma i giudici lo fecero perdere ai punti. Decise di rimanere in Italia e di farsi riconoscere la nazionalità ma fu molto difficile a causa del regime fascista. Infine il 24 giugno dell' anno 1928 si scontrò con il campione nazionale ed Europeo Mario Bosisio. Questo combattimento lo vinse, ma dopo un po' di tempo a causa di un problema fisico diventò un catch e,in seguito, all'abbandono dell'attività sportiva. Morì a Milano, dove aveva trovato impiego come  portiere in un condominio nel 1983.

La storia del pugile più forte

Leone Jacovacci è stato un pugile italiano nato a Congo Belga da madre babuendi  e padre italiano, fu portato ed allevato nel viterbese dai nonni paterni. In Italia lui non poteva vincere i campionati nazionali perché non era definito a tutti gli effetti italiani per il suo colore di pelle.A 16 anni per sfuggire ai pregiudizi razziali ,andò in Inghilterra e prese il nome di Jokn DouglasWalker.Vinse nel pugilato nel 1920 con il nuovo nomignolo di Jack Walker.Sconfitto da Rolland Todd nel 1921 si trasferì a Parigi dove infilzò una serie di 25 vittorie consecutive.Nel 1922 , sulla scorta di questi successi tornò in Italia per affrontare il campione italiano dei pesi medi Bruno Frattino ,al teatro cercano di Milano .Sconfitto ai punti nonostante la superiorità mostrata sul ring,decise di rimanere in Italia e farsi riconoscere la nazionalità .Al declino fisico ne determinò il passaggio al catch, e in seguito all'abbandonamento  dell attività sportiva morì a Milano dove trovò impiego come portiere di un condominio.

Leone che campione!!!

Ciao ,sono Pelu  sapete che oggi,vi parlerò di Leone Jacovacci  un pugile, che essendo di pelle nera ,dovette subire molti insulti  perché in Italia c'era il fascismo, anche se nel 1928 vinse il titolo italiano. Prima però andò Inghilterra con un altro nome Jon DoglasWalker  dove si arruolò nell' esercito  ma videro che era molto portato per il pugilato e qui iniziò la sua vita da pugile . Ma finì  per fare il portiere in un condominio.

Nacque nel 1902

Morì nel 1983

Leone Jacovacci il primo contro il razzismo

Leone Jacovacci è  nato a Pombo Belga il 19 aprile del 1902 ed è morto a Milano 16 novembre del 1983. E' stato campione europeo e italiano dei pesi medi  nel 1928. A 16 anni per sfuggire ai pregiudizi razziali si imbarcò come mozzo e andò in  Inghilterra. A Londra adottò il nome di Johon Douglas e andò in battaglia. Leone Jacovacci vuole farsi riconoscere la cittadinanza italiana. Lui vincerà 25 gare consecutive a Parigi, interromperà dopo 5 anni l'imbattibilità del belga Davos. Nel 1922 fece ritorno in Italia per affrontare il campione dei pesi medi, Bruno Frattini al teatro Carcano di Milano.Sconfitto sul ring decise di rimanere in Italia nel 24 Giugno 1928 poté sfidare Mario Bosisio, riprendendo col suo vero nome di nascita .Vinse,ma da quel momento subì l'ostracismo del regime che,unito al declino fisico , ne determinò il passaggio al catch e,inseguito ,all'abbandonamento dell'attività sportiva.Mori a Milano,dove aveva trovato impiego come portiere di un condomino nel 1983.Anche se è stato considerato inferiore agli altri pugili secondo me è stato migliore di tutti.

Leone il campione mulatto





Leone Jacovacci è nato a Pombo in Congo belga il 19 Aprile 1902, figlio di padre italiano e madre babuendi. Nella sua carriera ha fatto il pugile, campione italiano ed europeo dei pesi medi. Andò nel viterbese dai nonni, ma per pregiudizi raziali si è dovuto trasferire in Inghilterra dove questi pregiudizi erano meno forti ..
Da lì si recò a Parigi dove conquistò 25 vittorie consecutive nel pugilato.Questi successi lo incoraggiarono a tornare in Italia per "strappare" il titolo di campione italiano ed europeo al pugile Mario Bosisio che deteneva i due titoli. Ma per fare ciò doveva essere cittadino italiano, per questo iniziò un procedimento lungo e difficile ostacolato dal regime fascista. Finalmente il 24 giugno 1928 potè sfidare il campione e conquistare i due titoli. Però il regime continuò ad ostacolarlo e quando cominciarono a venirgli meno anche le forze fisiche, prima fece il catch, poi il portiere in un condominio a Milano dove morì nel 1983 all'età di 81 anni.
Di lui ci colpiscono la forza d'animo, la tenacia, la volontà di raggiungere lo scopo che si era proposto perché tanto desiderato.

La storia di un campione

Leone Jacovacci è nato a Pombo il  19 aprile del 1902  ed è morto a Milano nel 1983.Era figlio di un italiano e di una principessa  congolese.Diventò campione dei pesi medi a 26  anni.A causa del colore della sua pelle di bronzo in quegli anni il fascismo voleva i negri  incontrollabili. A sedici anni, si imbarcò su una nave inglese.L' organizzatore chiede a Leone se sa tirare a boxe.Al no ricevuto insiste  chiedendogli se ha mai fatto a botte.Da quel momento Leone Jacovacci  comincia a chiamarsi Jack Walker.Il pugile si batte sul ring com i suoi pugni massacranti e la sua classe agile.Jack fracassa mascelle a Londra , si sposta co i suoi manager a Parigi.Contro il milanese Mario Bosisio darà vinta ai 15 round drammatici della storia del pugilato milanese.Ma non gli basterà spaccare il mento di Bosisio per fargli smettere di urlargli " Negro negraccio".Finirà a fare il catch,Leone Jacovacci sarà quindi portiere di un condominio  a Milano.Morirà a 81 anni.

Leone il grande

Leone Jacovacci è stato uno dei più forti pugili nei primi anni del '900. E' nato a Pombo in Congo, aveva però il padre italiano, la madre era una principessa congolese e quindi era mulatto. E' nato in Congo nel 1902 e è morto nel 1983 a 81 anni. Andò in Italia, però non lo accetarono come cittadino iitaliano perchè era di pelle scura perchè pensavano fosse di razza inferiore . Poi andò a Parigi dove vinse per 25 volte di seguito e fece un incontro con Mario Bosisio,campione europeo. Leone Jacovacci venne offeso da Mario Bosisio e durante il match gli spaccò il mento , ma Bosisio continuava ad offenderlo.Il combattimento durò tutti  i quindici round ,i tre giudici davano il vantaggio a Jacovacci , ma il risultato fu nullo e finì in pareggio. Il pugile stava facendo cose incridibili ,ma gli italiani gli fermarono la carriera , insomma bruciarono un campione. Infine lui andò a fare il preparatore e poi il portiere a Milano.La cosa che mi impressionato di più è che anche se era mulatto non l'hanno accettato come cittadino italiano.

Una storia davvero interessante

Leone Jacovacci nato a Pombo il 19 aprile 1902 da padre italiano e madre Babuendi . E' stato campione Italiano ed Europeo dei pesi medi nel 1928 . Nel 1905 fu portato a Roma dal padre e allevato dai nonni .A 16 anni scappò in Inghilterra per pregiudizi raziali e si dette il nome di John Douglas Wolker dove divetò un pugile.Nel 1921 si trasferì a Parigi dove vinse 25 vittorie di fila, ma nel 1922 andò in Italia per sconfiggere il campione italiano dei pesi medi : Bruno Frattini dove perse nonostante fosse stato superiore .Lui però rimase in Italia e nel 1928 si scontrò con il campione nazionale e Europeo Mario Bosisio dove si dette il suo nome vero .Vinse ma i giudici gli negarono la vittoria .

venerdì 14 marzo 2014

LA GITA DI 5°A

Giovedì 27 febbraio 2014 siamo andati in gita a Chiusi con la nostra classe.Per prima abbiamo visitato la tomba della Pellegrina dove si trovavano urne e sarcofagi. Gli archeologi hanno trovato un  coperchio di un' urna che sosteneva aperto quello di un sarcofago. Forse i ladri nel trafugare la tomba, sono stati disturbati e scappando hanno lasciato in quella posizione i due coperchi. Per entrare abbiamo dovuto percorrere il "Dromos" ,un lungo corridoio che porta alle camere, dove si trovavano delle nicchie contenenti meravigliose urne scolpite.
Per seconda si è visitaata la Tomba dellla Scimmia dove si sono conservati bellissimi affreschi .In questa tomba non si trova  piu il "Dromos" perchè vi hanno costruito sopra la via Pellegrina.
Lo hanno sostituito con una lunga scalinata.

mercoledì 12 marzo 2014

UNA GITA BELLISSIMA!!!

Sarcofago

Giovedì , 27 febbraio , la mattina presto siamo andati a Chiusi per visitare 2 tombe etrusche (Della Pellegrina e Della Scimmia)  e 2 musei (Museo della Cattedrale e Museo Archeologico)e in uno c' era il mitico Labirinto di Porsenna.Prima abbiamo visto le  due tombe,quella dellaPellegrina,aveva molte stanze  con  molte urne e sarcofagi .Invece quella della Scimmia era più bella e aveva molti affreschi.

Il museo della Cattedrale era bellissimo aveva libri scritti dai monaci e altri documenti .Poi si è mangiato e siamo andati al museo Archeologioco e aveva molte urne e molti resti etruschi tra cui vasi in terracotta.Grazie a  una dipendente abbiamo imparato la scrittura Etrusca.
ANDATECI é BELLISSIMO DA
PELU
E
MEDU

GITA A CHIUSI: LA TOMBA DELLA SCIMMIA.



La nostra classe il 27 febbraio è andata a vedere le tombe etrusche della Pellegrina e della Scimmia che si trovavano a Chisi. La tomba che ci è piaciuta di più è stata quella della Scimmia perchè era affrescata sulle pareti con colori ricavati dalle piante.E'stata una gita fantastica.
Vi invitiamo ad andarci per chi vuole imparare cose sugli etruschi!E'stato bellissimo!


  

LA NOSTRA GITA A CHIUSI



La nostra classe 5°A della scuola primaria  di San Quirico d' Orcia il giorno 27 febbraio 2014 è andata a Chiusi a visitare le tombe e i musei archeologici etruschi. Quando siamo arrivati, subito siamo andati a esplorare le tombe della Pellegrina e quella della Scimmia. Sono state molto interessanti, però per i nostri gusti quella della Scimmia è stata più spettacolare grazie hai suoi affeschi alle pareti. Al ritorno dalle tombe siamo andati al museo della Cattedrale. Lì c'erano quadri, gioielli, libri molto preziosi. Siamo usciti dal museo e con una guida siamo scesi sotto terra per ammirare lo spettacolare e conosciutissimo Labirinto di Porsenna. Era formato da cunicoli di sabbia e sassi , al termine del labirinto c' era una grande cisterna che al tempo dei romani serviva per raccogliere l'acqua. E' stata una delle gite più belle dei nostri cinque anni alle elementari.
SE POTETE ANDATECI SUBITO !!!!
LABIRINTO DI PORSENNA

Gita a Chiusi


Noi ragazzi della 5A il 27 febbraio siamo andati in gita a Chiusi  a vedere il museo della cattedrale, il labirinto di Porsenna e due tombe di origine etrusca. Le due tombe erano diverse nella forma perchè la piantina della seconda era a forma di croce, mentre la prima aveva il dromos cioè un corridoio. Nel labirinto di Porsenna i corridoi erano lunghi e stretti, alla fine di questo c' era una grossa cisterna che al tempo dei romani serviva per raccogliere l'acqua piovana .Al  museo della Cattedrale c'erano reperti, un vaso canopo, il bucchero e i libri scritti a mano dai monaci amanuensi.
Appena vi sarà possibile andateci anche voi, ciao.